03 aprile 2010

Intervento del Ministro della Giustizia Alfano sulle dichiarazioni del procuratore Forno

Art. 7 - PRINCIPI FONDAMENTALI

Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani.

I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi. Le modificazioni dei Patti, accettate dalle due parti, non richiedono procedimento di revisione costituzionale

Art. 101 - Titolo IV. La magistratura
Sezione I. Ordinamento giurisdizionale

La giustizia è amministrata in nome del popolo.

I giudici sono soggetti soltanto alla legge.
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di Simone Bellis

In seguito alle dichiarazioni del procuratore Forno, capo del pool anti stupri, il Ministro della Giustizia Alfano ha ritenuto opportuno inviare degli ispettori a Milano. Il compito di questi ispettori dovrebbe essere di esaminare la veridicità delle dichiarazioni di Forno.

Il procuratore ha rilasciato un'intervista al Giornale, nella quale dichiara: "Nei tanti anni in cui ho trattato l'argomento non mi è mai, e sottolineo mai, arrivata una sola denuncia nè da parte dei vescovi nè da parte dei singoli preti. Le indagini sono sempre partite da denunce dei familiari delle vittime che si rivolgono all'autorità giudiziaria dopo che si sono rivolti all'autorità religiosa e questa non ha fatto assolutamente niente." Aggiunge il procuratore: "si creano legami di difesa, di protezione. E c'è soprattutto la paura dello scandalo."

L'intervento degli ispettori è motivato in una nota del Ministero. Il contenuto è il seguente: "Lette le dichiarazioni rese ieri alla stampa dal Procuratore aggiunto di Milano dott. Forno, che ha accusato le gerarchie ecclesiastiche di coprire i sacerdoti responsabili di gravi fatti di pedofilia, considerato il carattere potenzialmente diffamatorio di tali dichiarazioni, ha dato mandato al suo ufficio ispettivo di verificare se il dott. Forno con tale condotta abbia violato i doveri di correttezza equilibrio e riserbo che devono essere particolarmente osservati nella trattazione di procedimenti delicati come quelli per reati di pedofilia, reati che vanno perseguiti con estrema decisione ma evitando pericolose generalizzazioni".

Ritengo che le azioni del Ministro siano inopportune. Ci vuole ben poco per verificare se esista o meno una denuncia di reati di pedofilia da parte di un ecclesiastico. L'invio degli ispettori è una misura sproporzionata, la giustificazione contenuta nella nota è debole, per non dire fortemente opinabile. Se esiste infatti un contenuto diffamatorio il Vaticano, o i soggetti che si sentano tirati in causa, possono tranquillamente sporgere denuncia.

Forno viene di fatto oggetto di un'indagine per delle dichiarazioni pubbliche, che dubito fortemente possano essere sfuggite alle gerarchie ecclesiastiche. In assenza di una denuncia da parte della Chiesa stessa, cosa spinge Alfano a procedere contro un procuratore?
Trovo le scelte del Ministro in netto contrasto con i principi della Costituzione. Doppiamente in contrasto, se si considera che oltre a tentare di limitare l'operato di un procuratore con motivazioni stiracchiate, questo viene fatto per difendere una particolare confessione religiosa. Senza voler passare per supponenti è evidente per tutti la supinazione di certi personaggi politici a una determinata dottrina religiosa. La Costituzione non permette, a figure che rappresentano lo Stato, trattamenti di favore o a danno di alcuna religione.

Tutte devono essere trattate con equità. Non vedo alcun motivo plausibile che giustifichi il Ministro ad attuare misure contro un dipendente dello Stato in assenza persino di una denuncia, ammesso ne esistano gli estremi, una sorta di azione preventiva.

Identifico nelle intenzioni del Ministro Alfano una contraddizione col principio di indipendenza della magistratura e della laicità dello Stato, sanciti rispettivamente dall'articolo 101 e articolo 7 della Costituzione.


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